Catanzaro città fortezza: bastioni, porte e mura della “capitale inespugnabile”
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Nel cuore della Calabria, arroccata sui Tre Colli, Catanzaro fu per secoli una delle città fortificate più temute e strategiche del Meridione. Così la descriveva il cronista D’Amato ricordando l’arrivo di Roberto il Guiscardo nel 1055: “…Entrò vittorioso Roberto […] e conoscendo che il dominio della Calabria dipendeva assolutamente dall’assicurarsi di questa Piazza, sì per esser in sito naturalmente inespugnabile, come per star situata nel centro della Provincia […] vi fondò un fortissimo Castello in quell’estremo della Città, sopra un masso di scoglio al di fuori tagliato, con torri e bastioni sì bene intesi, che alla fortezza sua naturale congiunti, lo resero sicuri di batteria e di scalate…”.
Un sistema difensivo completo
Fino all’Ottocento, il profilo di Catanzaro era quello di una vera città fortezza: cinta muraria di circa tre miglia, torri, bastioni e porte civiche scandivano il suo perimetro. La difesa non era affidata solo alle mura: il tessuto cittadino era pensato come un intreccio di quartieri, ciascuno con i suoi baluardi e sistemi di controllo.
Le porte e le torri
– Porta Marina e il quartiere Malacinadi: tratto protetto da sei bastioni e numerose torri.
– Valle di Tubolo (Vallotta): da Porta Marina fino qui, quattro torri di guardia (o tre bastioni secondo D’Amato).
– Quartiere Palmenta/Parmenta/Paulino: protetto da trincee naturali e artificiali.
– Montecorvino (S. Maria de Figulis): sede del Baluardo dei Palmeti.
– Chiesa di S. Nicola di Morano: un altro importante baluardo.
– Valle del Musofalo/Conaci: presidiata dalla torretta di Cerausto (o della marchesa); da questa, otto bastioni e tre torri, tra cui la cosiddetta Torre Rossa, si snodavano lungo il perimetro urbano.
Porte principali e passaggi
– Porta di San Giovanni o Castellana: presso l’attuale piazza Matteotti, era dotata di fossato e ponte levatoio.
– Porta del Gallinaio: altro varco strategico vicino al castello.
– Porta di Pratica / di San Leonardo: nella zona delle Case Arse; in prossimità l’antico convento omonimo e il bastione di S. Nicola Coracitano.
– Porta di Sant’Agostino o Portella: posta sotto il convento omonimo, oggi ex ospedale civile, ancora visibile nella sua struttura muraria.
– Porta Stratò: ai piedi di viale De Normanni, adiacente al palazzo Sanguedolce; la facciata è oggi gravemente compromessa, ma all’interno restano resti del piccolo altare e della pala d’altare originale.
Culti, sentinelle e leggende
Molte porte erano abbinate a chiesette votive che fungevano anche da postazioni di guardia: la campana segnalava la chiusura delle porte civiche o situazioni di pericolo imminente. Resti di queste cappelle—come quella di S. Maria della Portella—testimoniano il doppio uso sacro e militare, oggi in parte ancora visibile ma in condizioni precarie.
Non mancano le leggende: dal sentiero praticabile che conduce da Stratò alla fonte dell’Acqua Bona (dove si colloca anche il mitico giardino di Lencriste, moglie di Cattaro, capitano bizantino che condusse i Scolacensi verso i Tre Colli), fino ai resti della torretta di Cerausto oggi sepolta sotto l’asfalto moderno.
Quartieri fortificati ed eredità visibile
Ogni quartiere aveva sistemi di difesa: bastioni, trincee e avamposti strategici (Paradiso, Montecorvino, Malacinadi, Palmenta). L’ultima torre di guardia era la Cavallara, a sorvegliare la Marina.
Oggi resistono alcune tracce della poderosa cinta muraria e delle porte antiche—come la Portella di Sant’Agostino e l’accesso Stratò—e qualche sentiero storico che risale la vallata. Questi resti, anche se mutilati dall’asfalto e dal tempo, ricordano a cittadini e visitatori la vocazione difensiva di Catanzaro: una città che per secoli fu “chiave della Calabria” e punto nevralgico di ogni strategia nel Sud Italia.
Un’eredità da riscoprire
Scoprire Catanzaro città fortezza significa leggere le stratificazioni della città medievale e delle epoche successive: torri, porte e mura raccontano di un passato di autonomie, assedi e rinascite, che ancora oggi si riflette nella trama urbana, nei panorami e nelle suggestioni di un centro storico che fu davvero tra i meglio difesi dell’intero Mezzogiorno.
