I Viceré di Catanzaro: la dinastia dei Ruffo tra impero, feudi e politica mediterranea

I Viceré di Catanzaro: la dinastia dei Ruffo tra impero, feudi e politica mediterranea

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Tra le personalità più illustri della storia catanzarese spiccano i Conti Ruffo, una delle casate più nobili e influenti d’Europa, legata da secoli alla città che portavano con orgoglio nei titoli: “Dei gratia comes Catanzarii”. Figura centrale nella storia politica, militare e diplomatica del Mezzogiorno, la famiglia Ruffo annovera due grandi Viceré che governarono terre tra Sicilia e Calabria in momenti cruciali della storia italiana.

Pietro I Ruffo: il Viceré del Duecento

Nato nel 1188, Pietro I Ruffo fu il primo conte di Catanzaro del suo casato e protagonista delle complesse vicende degli anni svevi. Giunto alla corte di Federico II prima del 1223, si distinse rapidamente come uomo d’armi e consigliere di fiducia dell’imperatore. Lo troviamo documentato già in azione militare in Lombardia nel 1235 e, nello stesso anno, nominato viceré di Sicilia (ruolo nuovamente affidatogli nel 1239). Pietro I si rese protagonista di numerose missioni politiche e militari—suo genero Guglielmo di Borrello, marito di Adriana Ruffo, fu a sua volta viceré—e tra il 1243 e il 1249 assunse il delicato compito di Imperialis Marescallae Magister. Alla morte di Federico II divenne balio di Enrico, giovanissimo figlio dell’imperatore, e, come maresciallo del regno, vice balio di Sicilia e Calabria sotto Corrado IV, che lo confermò viceré di entrambi i territori.

Dopo l’improvvisa morte di Corrado IV, Pietro difese la successione del giovane Corradino contro le pretese di Manfredi e la pressione pontificia, pagando il coraggio con la perdita dei feudi (confisca nel 1256) e, pochi mesi dopo, con la morte violenta per mano di un sicario di Manfredi (gennaio 1257).

Nicola Ruffo: il potere nel Quattrocento

Discendente diretto di Pietro, Nicola Ruffo (1359/1362 – Calabria, 1434), fu sesto conte di Catanzaro e primo marchese di Cotrone (dal 1390). Il suo potere si estendeva su una costellazione di feudi sparsi tra Calabria e Lucania: Lubianco, Mesuraca, Torre della Marina, Rocca Bernarda, Briatico, Altavilla, Strongoli, Martorano, Scillone, Satriano, Lucido, acquistati o confermati tra successioni dinastiche, donazioni e confische. Il titolo di barone di Barbaro, Cropani e Zagarise gli fu conferito nel 1429. Viceré di Calabria già nel 1384, Nicola guidò la regione negli anni turbolenti della crisi dinastica angioina e dei conflitti tra le grandi famiglie magnatizie locali. La sua influenza fu tale da esercitare un consolidato controllo politico, militare e amministrativo sulla regione, partecipando attivamente alle vicende che plasmarono la Calabria tardo-medievale.

Un segno nella storia mediterranea

L’ascendenza e il prestigio dei Ruffo fecero sì che, partendo da Catanzaro, la famiglia esercitasse un reale peso sulla politica del regno di Napoli, della Sicilia e del Mediterraneo tirrenico, rappresentando la Calabria nei grandi giochi dinastici europei. Memorie di intrighi, guerre, alleanze e interventi a difesa della propria terra ci restituiscono il ritratto di una nobile stirpe destinata a lasciare traccia profonda nella storia dell’Italia meridionale. Catanzaro, grazie ai suoi Viceré, ha così intrecciato la propria vicenda storica con quella dell’impero svevo e della monarchia angioina, diventando crocevia di potere, diplomazia e cultura tra Medioevo e Rinascimento.

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