La “Catanzaro” preistorica: cuore di rotte, scambi e innovazione tra Oriente e Occidente

La “Catanzaro” preistorica: cuore di rotte, scambi e innovazione tra Oriente e Occidente

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Posizionata in un’area strategica del Mediterraneo, dominando l’istmo più stretto d’Italia e le rotte tra Oriente e Occidente, Catanzaro e il suo territorio furono teatro di insediamenti e commerci preistorici che anticiparono – per durata e importanza – il ruolo cosmopolita della città nei millenni successivi.

Catanzaro paleolitica (600.000–20.000 a.C.): le origini più remote

Tracce di frequentazione umana compaiono già nel Paleolitico Inferiore (600.000–120.000 a.C.), testimoniato dal ritrovamento – nella contrada Pirivoli (zona nord, Gagliano) – di un’ascia amigdala, manufatto in pietra a forma di mandorla, simbolo della presenza umana più antica. Gli uomini del Paleolitico superiore (20.000 a.C.) lasciarono anche le loro tracce nella Grotta di Cavorà: incisioni rupestri e una lastra con figura stilizzata di uomo con arco, testimonianza dei primi cacciatori-artisti di Calabria.

L’asse Jonio-Sila: rotta di collegamenti antichissima

Fin dal Paleolitico si riscontra un asse naturale tra la costa jonica, la Sila e le vallate del Corace – vero snodo strategico che resterà costante per millenni sia per i popoli stanziati sia per quelli in transito.

Catanzaro neolitica: distretto industriale e nodo commerciale

Nel Neolitico (7.000–3.300 a.C.), Catanzaro divenne il centro più attivo e influente della Calabria e tra i più importanti del meridione

Tecnologia e industria litica: Sviluppo di strumenti evoluti (asce levigate, coltelli, punteruoli, mazze). Predilezione per pietre di qualità: selci, diaspro, l’ossidiana vulcanica delle Eolie, ma soprattutto la “pietra verde di Calabria”, di cui la valle del Corace era ricchissima. Questi materiali venivano lavorati in vere e proprie officine litiche – come quella di Pirivoli – e diffusi in tutto il Mediterraneo.

Commerci e rotte preistoriche: La posizione all’incrocio di due direttrici naturali (est-ovest istmico e nord-sud Corace–Crati) fece decollare i primi commerci marittimi e terrestri. Le navi partivano dal Corace esportando prodotti litici fino alle coste adriatiche (Valdiaspro), mentre dalla Sicilia e dalle Eolie arrivavano ossidiana e oggetti ornamentali. Il transito di materie prime, utensili e tecnologie fece dell’area catanzarese un laboratorio interculturale ante litteram.

Insediamenti e distretti: La città neolitica si sviluppò in modo policentrico: colli e fortezze di Pirivoli, Petrusa (nord di Gagliano), Pozzo, Fontanelle, Mater Domini, Trivonà, fino agli insediamenti costieri della Palepoli o Crotalla e la zona dove il Corace era navigabile. Petrusa era il cuore difensivo, dotato di mura e strutture analoghe a fortificazioni pre-etrusche, necropoli e tombe monumentali.

Segni di urbanità e stratificazione sociale: Strade tra tombe e fondi di case, quartieri–terrazza, spremitoi, tombe a cupola/arca grotticella (tipiche di Malta), vari tipi di sepolture (arco, fossa, casetta).

Cultura e innovazione mediterranea

La “Catanzaro” preistorica fu vero e proprio distretto industriale: la lavorazione della pietra verde e l’esportazione di manufatti determinarono la centralità della città rispetto ai traffici mediterranei. Le sue rotte collegavano la Calabria all’Egeo, alla penisola iberica (via industria cuprica dell’Almeria) e al mondo delle isole (Eolie, Malta, Cicladi). 

Non era solo uno snodo tecnologico, ma anche sociale: tombe, necropoli e rituali rivelano il complesso tessuto religioso e culturale con influenze da Oriente e Occidente, Nord e Sud. La città si fortificò per difendere il suo benessere, adattandosi a un panorama di scorrerie, crisi e rivalità per il controllo delle materie prime.

Un’eredità ancora da scoprire

Catanzaro preistorica vive nei reperti litici (presso il Museo Provinciale), negli scavi di Pirivoli, Petrusa e nei manufatti disseminati lungo il Corace e le principali valli. È la matrice di un’identità complessa e multicentrica che ha posto le basi della futura centralità di Catanzaro come snodo di commerci, innovazione e incontro tra popoli, segnando il destino della città ben prima delle età storiche documentate.

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