‘A Gutta: quando il mare restituisce la memoria

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Descrizione attrazione

Nel quartiere Lido di Catanzaro, a 13 chilometri a sud dal centro città, nei giardinetti antistanti il lungomare “Stefano Pugliese”, si trova uno dei monumenti più insoliti e affascinanti della memoria marinara locale: ‘A Gutta. Questa vecchia boa di ferro, dalla caratteristica forma cilindrica, racconta una storia che intreccia tradizione marittima, memoria collettiva e il rapporto millenario tra l’uomo e il mare.

Un gigante di ferro tra le onde

‘A Gutta, con i suoi cinque metri di diametro e due di altezza, era molto più di una semplice attrezzatura nautica. Questa imponente boa cilindrica di ferro rappresentava un punto di riferimento fondamentale per la navigazione costiera e un elemento caratteristico del paesaggio marino catanzarese. La sua funzione primaria era quella di servire come ancoraggio sicuro per le imbarcazioni, ma nel corso degli anni aveva acquisito un significato molto più profondo nella vita della comunità locale.

Tradizione e gioventù: i tuffi dalla boa

Per generazioni di giovani catanzaresi, ‘A Gutta non era solo un dispositivo di ancoraggio, ma un trampolino naturale per i tuffi in mare. Questa tradizione, tramandata di padre in figlio, trasformava la boa in un luogo di iniziazione giovanile, dove i ragazzi dimostravano il proprio coraggio sfidando l’altezza e la forza delle onde.

I tuffi da ‘A Gutta rappresentavano un rito di passaggio per i giovani del quartiere Lido, un momento di sfida personale e di condivisione comunitaria che rafforzava i legami sociali e creava ricordi indelebili. La boa diventava così un elemento identitario del territorio, un simbolo di libertà e spensieratezza che caratterizzava le estati catanzaresi.

La scomparsa: quando il mare riprende ciò che è suo

La forza del mare, che per decenni aveva convissuto pacificamente con ‘A Gutta, un giorno decise di riprendersi questo gigante di ferro. Una violenta mareggiata fece scomparire la boa, inghiottendola nelle profondità marine e lasciando un vuoto nel paesaggio e nel cuore della comunità locale.

La scomparsa di ‘A Gutta rappresentò molto più della perdita di un semplice oggetto: era la cancellazione di un pezzo di storia collettiva, di un luogo della memoria che aveva accompagnato la vita di intere generazioni. Il mare, che aveva dato tanto alla comunità del Lido, si era ripreso uno dei suoi simboli più cari.

Il miracolo del 1995: quando il mare restituisce

Nel 1995, in uno di quei colpi di scena che solo la natura sa regalare, ‘A Gutta riemerse dalle acque marine, riapparendo nello stesso luogo dove era scomparsa anni prima. Questo evento straordinario fu accolto dalla comunità locale come un vero e proprio miracolo, un segno del legame indissolubile tra il territorio e la sua storia.

La riemersione della boa nel settembre 1995 non fu solo un fenomeno fisico, ma un evento carico di significato simbolico. Il mare aveva custodito ‘A Gutta nelle sue profondità per poi restituirla alla comunità, come se avesse compreso l’importanza di questo oggetto per l’identità locale.

Un recupero non semplice

Il recupero di ‘A Gutta si rivelò un’operazione complessa e impegnativa. Le “discrete dimensioni” della boa – cinque metri di diametro per due di altezza – erano solo il primo ostacolo da superare. Gli anni trascorsi sott’acqua avevano riempito la struttura di acqua marina e residui, rendendola molto più pesante del previsto e complicando notevolmente le operazioni di sollevamento.

Questo recupero divenne un’impresa collettiva che coinvolse l’intera comunità del quartiere Lido. Tecnici, volontari e semplici cittadini si mobilitarono per riportare a terra questo pezzo di storia marinara, dimostrando quanto ‘A Gutta fosse radicata nell’affetto popolare.

Restauro e nuova vita

Una volta recuperata, ‘A Gutta fu sottoposta a un accurato restauro che le restituì dignità e splendore. Il processo di restauro non fu solo un intervento tecnico, ma un atto di amore verso la propria storia e identità. Ogni operazione di pulizia, ogni ritocco alla struttura metallica rappresentava la volontà di preservare un patrimonio immateriale fatto di ricordi, tradizioni e legami comunitari.

Il restauro permise di eliminare i segni del tempo e dell’acqua salata, riportando ‘A Gutta alle sue condizioni originarie e preparandola per una nuova vita come monumento alla memoria marinara locale.

Una nuova collocazione: dai giardinetti al cuore della comunità

‘A Gutta restaurata è oggi collocata nei giardinetti antistanti il lungomare “Stefano Pugliese”, di fronte al complesso dell’Ina Casa, all’interno del giardino intitolato a Piero Ciampi – noto cantautore italiano che ebbe con la città di Catanzaro un forte e storico legame ed al quale, nel 2025, è stata tributata una targa al prestigioso e storico Premio Tenco per un prezioso disco di inediti, usciti postumi. 

Questo posizionamento fu una scelta simbolica di grande significato, in quanto permette alla boa di continuare a guardare il mare da cui è emersa, mantenendo un legame visivo e spirituale con il suo elemento naturale.
La nuova collocazione trasforma ‘A Gutta da strumento nautico a monumento della memoria, da oggetto funzionale a simbolo identitario. Nei giardinetti, la boa diventa punto di aggregazione e di racconto, luogo dove le generazioni più anziane possono trasmettere ai giovani la storia di questo straordinario oggetto.

Simbolo di resilienza e identità

Oggi ‘A Gutta rappresenta molto più di una vecchia boa recuperata dal mare. È diventata simbolo della resilienza della comunità catanzarese, della capacità di preservare e valorizzare la propria storia anche quando sembra perduta per sempre. La sua storia insegna che alcuni legami sono così forti da resistere al tempo e alle intemperie, emergendo dalle profondità quando meno ce lo si aspetta.

Un patrimonio da tramandare

La presenza di ‘A Gutta nei giardinetti del lungomare rappresenta un’opportunità educativa straordinaria. Questo monumento particolare permette di raccontare ai più giovani la storia marinara del territorio, l’importanza della tradizione nella formazione dell’identità collettiva, il valore della memoria come elemento di coesione sociale.

Attraverso ‘A Gutta, i bambini e i ragazzi di oggi possono comprendere come oggetti apparentemente semplici possano diventare custodi di storie complesse, come la funzionalità possa trasformarsi in simbolo, come il mare possa essere al tempo stesso nemico e alleato.

Un invito alla riflessione

‘A Gutta invita ogni visitatore a riflettere sul rapporto tra uomo e natura, sulla forza del mare e sulla fragilità delle opere umane, ma anche sulla capacità di resistenza di ciò che è veramente importante per una comunità. La sua storia dimostra che alcuni valori sono destinati a riemergere, anche dopo essere stati sommersi dalle onde del tempo.

In un’epoca in cui spesso si dimentica il valore della memoria locale, ‘A Gutta rappresenta un esempio luminoso di come sia possibile trasformare un oggetto del passato in un ponte verso il futuro, un modo per mantenere vive le tradizioni senza rinunciare al progresso, un invito a guardare il mare non solo come risorsa economica ma come custode di storie e di sogni.

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