Chiesa e Convento di Santa Maria delle Grazie

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Chiesa e Convento di Santa Maria delle Grazie (Santa Teresa all’Osservanza)

Nel cuore del quartiere storico di Catanzaro, dove un tempo sorgeva l’antico castello medievale, si erge un complesso monastico che racchiude cinque secoli di storia calabrese. La Chiesa di Santa Maria delle Grazie, oggi dedicata a Santa Teresa all’Osservanza, rappresenta uno straordinario esempio di come le vicende politiche e religiose abbiano plasmato l’architettura sacra del Meridione.

Un convento nato dalle rovine del potere

La storia di questo luogo santo inizia nel 1447 con un atto di sfida. I Francescani Osservanti vollero edificare il loro convento sul Monte Pezzano, ma si scontrarono con l’opposizione del conte Antonio Centelles, signore di Catanzaro. Solo dopo la cacciata del nobile nel 1457, Fra Paolo da Sinopoli poté finalmente realizzare il sogno monastico, utilizzando simbolicamente le pietre del castello demolito per costruire la casa di Dio.

Questa genesi travagliata conferisce al complesso un fascino particolare: ogni pietra racconta la transizione dal potere feudale alla spiritualità francescana, dal castello-fortezza al convento-rifugio.

Tesori d’arte in un scrigno di fede

L’interno custodisce autentiche meraviglie artistiche che meritano una visita attenta. La **Madonna delle Grazie** di Antonello Gagini (1504) domina il presbiterio con la sua eleganza marmorea rinascimentale, mentre la celebre **croce reliquiario del 1535** rappresenta un unicum nell’arte sacra calabrese: sul recto narra la vita di Cristo e della Vergine, sul verso presenta l'”Albero Serafico”, una sorta di genealogia figurata dell’Ordine Francescano.

Particolarmente suggestiva è la **Cappella del Santo Sepolcro**, voluta nel 1548 da Fra Michele de Angioini al ritorno dalla Terra Santa. Qui il pellegrino può ancora percepire l’eco delle devozioni gerosolimitane attraverso le reliquie originali dei luoghi sacri.

Il **gruppo scultoreo seicentesco della Madonna della Salute** rivela influenze napoletane nelle raffinate decorazioni damaschinate delle vesti, testimoniando i vivaci scambi artistici tra Calabria e Regno di Napoli.

Un’architettura che sfida il tempo

Il **chiostro quattrocentesco** rappresenta forse l’elemento più affascinante del complesso. Le venti arcate a sesto acuto, poggianti su pilastri di tufo locale, creano un gioco di luci e ombre che invita alla contemplazione. L’impianto riprende la tradizione cistercense sveva, dimostrando come in Calabria il Rinascimento si innestasse su radici medievali profonde.

L’attuale configurazione della chiesa racconta una storia di adattamento e resilienza: dopo le soppressioni ottocentesche, quando il convento divenne ospedale militare, la comunità riuscì a preservare il presbiterio, trasformandolo nell’attuale spazio sacro attraverso ingegnosi interventi architettonici.

Decorazioni che parlano di fede

Gli **stucchi tardo-barocchi** che ornano cupole e volte creano un’atmosfera di raccoglimento festoso, tipica della spiritualità francescana. L’affresco con Sant’Antonio da Padova, il Bambino Gesù e San Francesco d’Assisi, attribuito ai pittori La Rosa di Squillace, testimonia la vitalità artistica locale del Settecento.

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