Palazzo Alemanni: Il Teatro dei Sogni Aristocratici
Accessibilità
- Family Friendly
Descrizione attrazione
Via G. Sensales (antica via Aranci) – Sec. XVIII-XIX
“Qui, in questo baronale palazzo degli Alemanni, la leggiadra e simpaticissima Ottavia Manfredi fu forse ancora invidiata dalle più intime amiche per il cospicuo matrimonio… nel grande salone da ballo, il più ampio di Catanzaro, nella splendida luce dei lampadari magnifici, dalle cento steariche, dame e cavalieri si muovevano nel ritmo cadenzato e soave dei balli di moda”.
Con queste parole poetiche Giovanni Patari ci trasporta nel fasto perduto di uno dei più affascinanti palazzi nobiliari di Catanzaro, dove l’aristocrazia calabrese viveva i suoi momenti di maggiore splendore.
Un Palazzo dalle Mille Vite
Nel quartiere di Montecorvino, lungo l’antica via Aranci, sorge questa dimora che racchiude tre secoli di storia aristocratica. Prima di diventare residenza degli Alemanni, qui sorgeva il palazzo della nobile famiglia Scoglio, circondato dalle dimore dei Gironda e dei Rodinò, in un quartiere che respirava nobiltà ad ogni angolo.
La storia moderna del palazzo inizia negli anni ’30 dell’Ottocento, quando il marchese D’Ippolito lo acquisisce durante la grande ripresa dell’edilizia residenziale privata che stava trasformando Catanzaro. Fu però nel 1850, con il matrimonio tra il marchese Domenico Alemanni di Pianopoli e la nobildonna Agata Ruffo della Scaletta di Napoli, che il palazzo assunse la sua configurazione attuale e il nome che ancora oggi porta.
L’Architettura: Un Capolavoro Anonimo
Quello che rende straordinario Palazzo Alemanni è la sua architettura raffinata, opera di maestranze locali guidate da un architetto il cui nome rimane avvolto nel mistero. L’edificio rappresenta uno degli esempi più riusciti di come il gusto neoclassico si sia adattato al clima e alle tradizioni del Meridione.
La Facciata: Eleganza Neoclassica
La facciata principale è un trionfo di equilibrio compositivo: paraste giganti angolari si ergono su alti basamenti in conci squadrati, culminando in un aggettante cornicione modanato che corona l’intero edificio. La fascia marcapiano divide armoniosamente i livelli, accogliendo le mensole e le soglie in pietra dei balconi, chiusi da eleganti ringhiere in ferro e ghisa.
Al centro, un raffinato bugnato schiacciato incornicia il portale in granito, sormontato dal blasone in marmo bianco della famiglia: un capolavoro di arte araldica che mescola corona baronale, testa alata di serafino e motivi acantiformi, testimonianza del prestigio raggiunto dagli Alemanni.
Lo Stemma: Orgoglio di Famiglia
Il blasone degli Alemanni – “di rosso a tre fasce d’oro sormontate da tre stelle del medesimo” – si ripete in versione ridotta sul cancello che introduce al giardino terrazzato, quello stesso giardino che si affaccia sulla pittoresca salita di “Pirarace”.
La Corte: Un Teatro di Pietra
Attraversando l’androne voltato a botte, pavimentato con basoli di granito e decorato da riquadri di acciottolato, si accede alla corte centrale, dominata dal maestoso scalone di rappresentanza. Qui l’architetto anonimo ha dato il meglio di sé, creando una scenografia degna dei più grandi palazzi europei.
Lo Scalone: Poesia in Marmo Verde
La scala a doppia rampa, pavimentata con il pregiato marmo verde di Gimigliano, rappresenta un capolavoro di composizione architettonica. La facciata dello scalone è un trattato di architettura in pietra: dal bugnato aggettante del piano terra si passa gradualmente alla superficie liscia dell’ultimo piano, creando un gioco di luci e ombre che trasforma l’austerità in poesia visiva.
I doccioni decorativi aggiungono note di raffinatezza: elementi fitomorfi acantiformi al primo livello, bizzarri mascheroni antropomorfi dal significato apotropaico al secondo, a proteggere la dimora e i suoi abitanti.
Gli Interni: Tra Memoria e Splendore
Sebbene gli interni siano stati ristrutturati dopo i bombardamenti del 27 agosto 1943, il grande salone da ballo di circa 100 metri quadrati conserva ancora il suo soffitto affrescato, testimonianza silenziosa di quelle notti di festa immortalate da Patari.
I piani terra conservano la memoria della vita quotidiana aristocratica: le antiche rimesse per carrozze e le stalle con le loro mangiatoie semicircolari dalle cornici modanate classicheggianti raccontano di un’epoca in cui il palazzo era un microcosmo autosufficiente.
Un Patrimonio da Riscoprire
Palazzo Alemanni rappresenta molto più di un edificio storico: è il simbolo di un’epoca in cui Catanzaro sapeva competere con le grandi capitali europee in fatto di eleganza e raffinatezza architettonica. Ogni pietra racconta di sogni aristocratici, di feste memorabili, di un’arte del vivere che trasformava la quotidianità in spettacolo.
Oggi, mentre il palazzo continua la sua vita tra proprietà private e restauri, rimane una testimonianza preziosa di come l’architettura possa essere insieme dimora e teatro, funzione e bellezza, memoria del passato e ispirazione per il futuro.
Passeggiando per via Sensales, alzando lo sguardo verso le sue facciate neoclassiche, si può ancora immaginare il fruscio delle sete, il tintinnio dei calici, la musica che usciva dalle finestre illuminate, quando Catanzaro danzava nei saloni più eleganti del Meridione.
