Palazzo Doria: l’eleganza ottocentesca nell’Antica Giudecca

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Descrizione attrazione

Discesa Cavour (Scesa Guccerie) – Sec. XIX
Nel cuore dell’antica Giudecca di Catanzaro, dove un tempo risuonavano le preghiere ebraiche e successivamente quelle cristiane nella parrocchia di Santo Stefano protomartire de Malfitanis, sorge nella prima metà dell’Ottocento uno dei palazzi più eleganti e imponenti del centro storico: Palazzo Doria. Questo edificio rappresenta un perfetto esempio di come l’architettura neoclassica ottocentesca si sia inserita nel tessuto urbano medievale, creando nuove prospettive e ridefinendo gli spazi della città moderna.

Un palazzo tra storia e leggenda

Palazzo Doria si trova in una posizione strategica, alla fine della discesa Cavour – conosciuta dai catanzaresi come “scesa Guccerie” – su cui si affaccia il prospetto principale. Le sue tre ali si dispongono su assi ortogonali che raccontano la storia urbanistica della città: una conduce verso Palazzo Fazzari, dove sorgeva l’antica sinagoga poi trasformata in chiesa cristiana; l’altra verso quella che oggi è discesa Piazza Nuova, ma che un tempo era chiamata “scesa do Cioéu”.

Il mistero di “u’ Cioéu”

Un prezioso schizzo a matita del 1860, conservato nella Biblioteca De Nobili nel fondo Frangipane ed eseguito dall’ingegnere Basilio Frangipane, documenta la toponomastica dell’epoca. Il nome “scesa do Cioéu” deriva da un personaggio pittoresco dell’Ottocento catanzarese, immortalato da Giovanni Patari nel suo “Catanzaro d’altri tempi. 1870-1920”.
Patari descrive “u’ Cioéu” come una delle “macchiette” più memorabili della città: “u’ Cioéu che al solo apparire, spavaldo e minaccioso, ci metteva paura…”. Un personaggio così caratteristico da dare il nome a un’intera strada e da essere ricordato in una caricatura dell’epoca.

La trasformazione urbana di fine ottocento

Palazzo Doria fu protagonista dei grandi lavori di ridefinizione del Corso iniziati nel 1870, che trasformarono radicalmente il volto di Catanzaro. L’edificio fu particolarmente interessato dalle sistemazioni di:
– Via Principe Umberto (attuale via Jannoni)
– L’innesto con discesa Cavour

Le controversie del progresso

I lavori di modernizzazione non furono privi di conflitti. L’abbassamento e innalzamento dei livelli stradali in diversi tratti causò una vertenza tra alcuni proprietari – in particolare i Maltese e i Doria – e il Municipio. I proprietari chiesero una rivalutazione del valore di esproprio poiché gli ingressi dei loro palazzi rimasero depressi rispetto al nuovo asse stradale, testimonianza delle difficoltà tecniche e sociali della modernizzazione urbana.

Il prospetto principale: eleganza discreta

L’ingresso principale, situato sulla via secondaria che collega il largo del Mercato al Corso, mostra un’eleganza neoclassica di rara raffinatezza:
– Due lesene tuscaniche bugnate poggianti su piedistalli specchiati
– Cornice orizzontale modanata che incornicia il portone
– Ghiera modanata a stucco con rostra in ferro e ghisa
– Balcone centrale in asse, con mensole e soglie in pietra

ll prospetto verso il politeama: monumentalità scenografica

Il lato che guarda verso il teatro Politeama rivela la vera grandiosità del palazzo, con tre piani fuori quota che creano un effetto scenografico di grande impatto:
Piano Terra: Caratterizzato da un elegante bugnato liscio a fasce continue che conferisce solidità e prestigio all’edificio.
Primo e Secondo Piano: Suddivisi da fasce marcapiano modanate che accolgono:
– Balconi del primo livello: riquadrati da fasce modanate
– Balconi del secondo livello: arricchiti da cornici orizzontali rette da volute

Il piano nobile: un trionfo decorativo

Il secondo piano rappresenta il culmine dell’eleganza architettonica, scandito su tutti e tre i fronti da:
Paraste Ioniche: Riquadrate con capitelli decorati da serti di alloro, simbolo di gloria e prestigio.
Mascheroni Centrali: Elementi decorativi che rivestono una doppia funzione:
– Estetica: abbellimento delle paraste
– Apotropaica: protezione dell’edificio e dei suoi abitanti, secondo una tradizione presente in altri palazzi limitrofi

Trabeazione monumentale: corona l’edificio con:
– Cornicione aggettante decorato a stucchi
– Motivi a foglia classici
– Dentellatura raffinata
– Modanatura a ovuli e dardi di tradizione classica

Un palazzo nel contesto urbano

Palazzo Doria si inserisce armoniosamente nel tessuto urbano ottocentesco, dialogando con:
– Teatro Politeama (di fronte al prospetto principale)
– Palazzo Fazzari (collegato da una delle vie laterali)
– Gli edifici storici circostanti che formavano l’antica Giudecca

Testimone di trasformazioni

Questo palazzo rappresenta perfettamente la Catanzaro dell’Ottocento, una città in trasformazione che sapeva coniugare:
– Rispetto per la storia: costruendo nell’antica Giudecca
– Modernità architettonica: adottando il linguaggio neoclassico
– Integrazione urbana: partecipando ai grandi progetti di riqualificazione del Corso

Un patrimonio da valorizzare

Palazzo Doria continua oggi a testimoniare l’eleganza dell’architettura neoclassica catanzarese. Le sue facciate, con il raffinato gioco di pieni e vuoti, di luci e ombre creato dal bugnato e dalle modanature, rappresentano un esempio di come l’architettura privata dell’Ottocento sapesse essere insieme funzionale e decorativa.
Ogni elemento architettonico – dalle lesene tuscaniche ai mascheroni apotropaici, dai balconi modanati alla trabeazione classica – racconta la storia di una famiglia e di una città che nell’Ottocento guardavano al futuro senza dimenticare le proprie radici, creando un’architettura che è insieme memoria del passato e simbolo di modernità.
Un palazzo che continua a vivere nel cuore di Catanzaro, custodendo nelle sue pietre eleganti i segreti di un’epoca di grandi trasformazioni urbane e sociali.

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