Palazzo Menichini

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Immagine dell'attrazione Palazzo Menichini

Descrizione attrazione

Sec. XVI
Nell’antica via dei Casali, un tempo chiamata Longobucco dal nome della nobile famiglia che qui possedeva un palazzo poi passato ai Perrone, sorge uno dei tesori più misconosciuti del patrimonio architettonico catanzarese: Palazzo Menichini. Questo edificio cinquecentesco, testimone silenzioso di una stagione di straordinario fervore artistico, rappresenta uno degli esempi più raffinati di come il Rinascimento toscano e romano si sia diffuso nelle città del Regno di Napoli, trovando in Calabria interpreti di eccezionale qualità.

Il Contesto Storico: Catanzaro Capitale della Seta

Tra il XIII e il XVI secolo, Catanzaro vive un momento di straordinario splendore grazie all’attività serica e al commercio dei tessuti. Questa prosperità economica si traduce in un forte sviluppo urbanistico e architettonico, supportato dall’incremento dell’edilizia privata e da quella ecclesiastica.
È in questo periodo che operano in città maestri di grande levatura, come Giovanni Donadio detto il Mormando, attivo nel 1510 per i lavori della Cattedrale. L’influsso del nuovo gusto toscano si fa sentire nella costruzione di palazzi e portali che testimoniano l’apertura di Catanzaro verso le correnti artistiche più avanzate del tempo.

Un Palazzo Documentato: Le Testimonianze Cartografiche

Palazzo Menichini è documentato sia nella Pianta geometrica del Gattoleo (1806-1808 circa) che in quella dei topografi militari (1809-1814), testimonianza della sua importanza nel tessuto urbano cittadino. L’edificio sorgeva nell’antico ristretto parrocchiale che faceva capo alle due chiese dedicate a San Basilio de Murmuris e San Menna.

Il Portale: Un Capolavoro del Manierismo

L’Ispirazione Vignolesca
Il vero gioiello di Palazzo Menichini è il suo portale dorico, di chiara impostazione manieristica, che si ispira ai più famosi esemplari del Cinquecento romano e in particolare al modello del portale di Villa Farnese a Caprarola di Giacomo Barozzi detto il Vignola (1507-1573).
Il Vignola assunse un ruolo fondamentale nello sviluppo e nella diffusione del portale dorico sia attraverso le sue realizzazioni sia attraverso la sua celebre “Regola”, trattato che codificò i canoni dell’architettura rinascimentale.

La Teoria di Serlio: Architettura e Status Sociale
Il portale catanzarese riflette anche l’influenza della teoria di Sebastiano Serlio della “graduatoria sociale” degli ordini architettonici. Secondo questa teoria, gli edifici dovevano essere contraddistinti mediante i vari ordini “secondo lo stato, e le professioni” dei committenti.
Il portale di Palazzo Menichini vuole quindi indicare la potenza e la dignità del nobile committente attraverso:
– L’utilizzo delle bugne che conferiscono solidità e prestigio
– Il fregio a triglifi interrotto dai conci posti in chiave
– Le tracce delle grappe al centro della chiave, dove era posto lo stemma nobiliare

I Confronti Stilistici
Il portale si avvicina a più noti esempi calabresi, napoletani e italiani:
– Il coevo portale di Palazzo Mancusi, posto a pochi metri di distanza
– Il Palazzo Ruffo di Sinopoli (Reggio Calabria)
– Il Castello di Fiumefreddo Bruzio (Cosenza)
Tutti questi esempi testimoniano la diffusione di un linguaggio architettonico comune che univa le città del Meridione nella partecipazione alla grande stagione rinascimentale.

Le Stratificazioni Architettoniche

Il Balconcino: Un’Aggiunta Posteriore
La fusione della chiave di volta con il piccolo balcone sovrastante rappresenta probabilmente un intervento molto più tardo rispetto alla concezione originaria. Questa soluzione, che potrebbe far leggere la chiave come mensola del balcone, non trova corrispondenza con il resto dell’edificio né con altri esempi catanzaresi.
L’originaria concezione prevedeva probabilmente una balconata in aggetto, come nell’esempio di Palazzo Mancusi, successivamente chiusa e sostituita dall’attuale balconcino.

Le Tracce dell’Architettura Originaria
Nonostante i rimaneggiamenti subiti nel corso dei secoli, il palazzo conserva importanti tracce della sua configurazione originaria:
Il Cantonale: Sull’ala sinistra, limitrofa al vicoletto cieco, è visibile il cantonale costituito da conci squadrati in pietra arenaria, successivamente coperto dalla tecnica del “civato”.
Il “Civato”: Questa tecnica locale serviva per rivestire una muratura più antica e livellarla a un nuovo strato. Con molta probabilità nasconde una muratura in pietra a faccia vista del prospetto principale, testimonianza della ricchezza originaria dell’edificio.

La Loggia: Eleganza Settecentesca
Degna di particolare nota è l’unica loggia del palazzo, caratterizzata da:
– Mensole polilobate a sbalzo di raffinata fattura
– Quattro soglie in pietra di Gimigliano, materiale locale di grande pregio
– Ringhiera settecentesca in ferro battuto con motivo ornamentale a greca
Questo elemento architettonico testimonia come il palazzo abbia continuato a essere oggetto di interventi di abbellimento anche nei secoli successivi alla sua costruzione.

Le Ferite della Storia: I Bombardamenti del 1943
Il palazzo fu duramente colpito dai bombardamenti che interessarono il centro storico di Catanzaro il 27 agosto 1943. Nonostante i danni subiti, l’edificio ha mantenuto le sue caratteristiche architettoniche fondamentali, continuando a testimoniare la grandezza dell’architettura rinascimentale calabrese.

Un Tesoro Nascosto
Palazzo Menichini rappresenta oggi uno dei tesori più misconosciuti del patrimonio architettonico catanzarese. Sconosciuto ai più, come sottolinea giustamente la descrizione, questo edificio è invece tra le architetture civili più importanti della città.
La sua importanza risiede non solo nella qualità architettonica, ma anche nel valore testimoniale: attraverso il suo portale manierista, le sue stratificazioni storiche, i suoi dettagli decorativi, racconta la storia di una Catanzaro che nel Cinquecento sapeva dialogare con i grandi centri artistici del tempo.

Un Invito alla Riscoperta
Palazzo Menichini merita di essere riscoperto e valorizzato come testimonianza eccellente di quella stagione rinascimentale che vide Catanzaro partecipe dei grandi movimenti artistici del tempo. Il suo portale dorico, le sue stratificazioni architettoniche, la sua loggia settecentesca raccontano cinque secoli di storia dell’arte e dell’architettura calabrese.
Un palazzo che continua a vivere nel tessuto urbano del centro storico, custodendo gelosamente i segreti di un’epoca in cui Catanzaro era crocevia di culture e centro di eccellenza artistica, quando i maestri napoletani e le teorie vignolesche trovavano in Calabria interpreti di straordinaria sensibilità e competenza tecnica.

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