Rotella’s House – Casa della Memoria: il Sacro Tempio del Décollage
Accessibilità
- Senza barriere
- Family Friendly
Informazioni attrazione
Descrizione attrazione
Nel cuore dell’antico quartiere ebraico di Catanzaro, lungo il suggestivo Vico dell’Onda – nome che evoca l’antica tradizione serica cittadina e i preziosi tessuti “ondati” o moiré – sorge un luogo che è insieme casa natale, museo e tempio dell’arte contemporanea. La Rotella’s House non è solo uno spazio espositivo, ma il sancta sanctorum dove Mimmo Rotella, il genio del décollage, ha voluto onorare le proprie radici e la figura materna che ha forgiato la sua sensibilità artistica.
Il vico dell’onda: dove nasce l’arte dalla tradizione
Il nome stesso della strada racconta una storia affascinante: “onda” nel gergo tessile identifica i tessuti marezzati, quei preziosi gros de Tours e gros de Naples che uscivano dalle manifatture catanzaresi creando effetti concentrici di luce attraverso complesse lavorazioni sotto pesanti mangani. Qui, dove un tempo risuonava il rumore dei telai e si intrecciavano fili di seta, oggi si intrecciano i fili della memoria artistica di uno dei più grandi maestri del Novecento.
La casa della modista: dove tutto ebbe inizio
L’edificio che oggi ospita la Casa della Memoria custodisce un segreto prezioso: è la casa natale di Mimmo Rotella, l’abitazione materna dove sua madre gestiva un elegante atelier di modisteria. Sulla facciada bianca, accanto alla porta d’ingresso, il cartello “MODE” continua a ricordare l’attività che rese celebre la madre dell’artista in tutta la città.
Rotella stesso ha concepito questo spazio come un “topos sacro”, rigoroso e candido, dove rendere omaggio alla donna che gli trasmise il senso estetico e l’amore per la bellezza. Come ha dichiarato l’artista: “Qui l’arte è passata dalle mani materne agli sguardi del figlio”.
Il laboratorio dell’infanzia
Appena superata la sala centrale, un ambiente di straordinario fascino ricrea l’atmosfera dell’antico atelier materno. Cappelli appesi, scatole contenenti piume e materiali di ogni tipo evocano il Rotella bambino che “frugava nella materia di lavoro della madre”, scoprendo in quei tessuti, in quei colori, in quelle forme le prime “materie di sguardo” che avrebbe poi ritrovato nelle sue peregrinazioni artistiche.
La visione dell’artista: arte come pace e profezia
Rotella ha voluto che questa casa non fosse una “scatola chiusa”, ma uno spazio aperto al mondo. Come ha spiegato: “Al Sud ci sono poche realtà che si interessano d’arte contemporanea. La Casa della Memoria potrebbe diventare il punto centrale di una rete che in Calabria esiste ma che non ha un coordinamento. Io mi sento non solo calabrese ma cittadino del mondo e vorrei che la Casa della Memoria e la mia arte comunicassero con gli abitanti del pianeta per dire che l’arte è pace e profezia”.
L’esposizione: un viaggio nel décollage
L’ampia sala centrale, concepita come una navata sacra, ospita una selezione di opere che raccontano l’evoluzione artistica del maestro. Qui si dispiegano:
Décollages giganti strappati dai muri di città lontane
Opere più intime del nucleo recente
Lavori storici degli anni ’50 e ’60
Fotografie e ricordi di una vita artistica intensa
Lo spazio luminoso e dilatato crea un dialogo continuo tra le opere e la città che si intravede dalle finestre, in un gioco di riflessi tra arte e realtà urbana che Rotella ha sempre amato.
Il décollage: L’illuminazione zen di un genio
La crisi e la scoperta
Nel 1953, Mimmo Rotella attraversa una profonda crisi artistica. Convinto che non ci sia più niente da fare di nuovo nell’arte, vive quella che lui stesso definisce “illuminazione Zen”: la scoperta del manifesto pubblicitario come espressione artistica della città.
Nasce così il décollage: l’arte di strappare manifesti dalla strada e incollarli sulla tela, contaminando il collage cubista con la matrice dadaista del ready-made. Ma Rotella va oltre: non aggiunge, sottrae. Non costruisce, decostruisce.
Le radici catanzaresi dell’ispirazione
L’attrazione di Rotella per i manifesti cinematografici affonda le radici nell’infanzia catanzarese. Il piccolo Mimmo rimase affascinato da Migliaccio, il disegnatore che negli anni ’20 e ’30 preparava i cartelloni pubblicitari dei film. Quei fotogrammi colorati esercitarono su di lui un incanto che lo avrebbe accompagnato per tutta la vita, trasformandolo nel “decantatore delle icone cinematografiche” di Cinecittà e Hollywood.
La geometria nascosta dello strappo
Dietro l’apparente casualità del gesto, Rotella nasconde una geometria rigorosa. Come scrive il critico Tonino Sicoli: “La superficie dei décollages risulta mentalmente misurata con cadenze metriche estremamente pensate. Le superfici strappate sono modulate e dietro l’apparenza informale mantengono una vocazione razionalista di una geometria costruttivista tutta rotelliana”.
Ogni strappo è scelta precisa, ogni frammento è equilibrio studiato. Il processo entropico che porta dall’immagine integra a quella frammentata non è degradazione casuale, ma ricomposizione secondo un ordine più complesso e criptico.
Il nouveau réalisme e il successo internazionale
Nel 1955, a Roma, Rotella espone per la prima volta il “manifesto lacerato”. Nel 1958 incontra il critico francese Pierre Restany, creatore del Nouveau Réalisme, movimento a cui Rotella aderisce nel 1960, diventando uno dei protagonisti dell’arte europea del secondo Novecento.
Le sue scorribande notturne per le strade di Roma, strappando non solo manifesti ma anche pezzi di lamiera, diventano leggenda. La critica lo etichetta come “strappamanifesti” o “pittore della carta incollata”, ma lui sa di aver inventato un linguaggio artistico rivoluzionario.
Un centro di ricerca vivo
La Casa della Memoria non è solo museo, ma centro di ricerca attivo che offre:
Archivio-biblioteca specializzato in arti visive e Pop Art
Cataloghi e documentazioni sulla carriera del maestro
Bookshop con pubblicazioni specialistiche
Maxi schermo per proiezioni e conferenze
Spazi per studiosi e ricercatori
L’eredità di un visionario
Rotella’s House rappresenta il testamento spirituale di un artista che ha saputo trasformare la strada in galleria d’arte, il manifesto strappato in capolavoro, il gesto iconoclasta in atto creativo. Qui, nella casa dove tutto ebbe inizio, si comprende come l’arte possa nascere dall’incontro tra tradizione e rivoluzione, tra memoria materna e visione del futuro.
La Casa della Memoria è quindi molto più di un museo: è il DNA artistico di Catanzaro, il luogo dove si comprende come da un piccolo vicolo del Sud possa nascere un linguaggio che parla al mondo intero. È la dimostrazione che l’arte, come diceva Rotella, è davvero “pace e profezia”, capace di trasformare il quotidiano in straordinario e di fare di ogni strappo un nuovo inizio.
Un luogo sacro dove ogni visitatore può toccare con mano il miracolo della creatività, scoprendo che l’arte più rivoluzionaria nasce spesso dalle radici più profonde, dalle mani di una madre modista e dagli sguardi curiosi di un bambino che frugava tra stoffe e colori, sognando di cambiare il mondo.
