Ex Palazzo dell’Amministrazione Provinciale

Accessibilità

  • Family Friendly
Immagine dell'attrazione Ex Palazzo dell’Amministrazione Provinciale

Descrizione attrazione

1926 Progettista: Arch. Giuseppe Barbieri (Milano)

Affacciato su Corso Mazzini, si erge uno dei più eleganti esempi di architettura liberty del Meridione: l’ex Palazzo dell’Amministrazione Provinciale. Questo edificio, inaugurato nel 1926, non rappresenta solo un capolavoro architettonico, ma anche il simbolo di una Catanzaro che guardava al futuro con ambizione e modernità. Divenne il catalizzatore di una trasformazione urbana che avrebbe influenzato l’intera città

Un Progetto Visionario in un Luogo Storico

Il palazzo sorge in un’area di straordinaria stratificazione storica, naturale prosecuzione verso nord del Largo San Francesco.(antico nome dell’odierna Basilica dell’Immacolata). Qui, tra palazzi nobiliari ed edifici sacri, sorgevano l’antica parrocchia di Santa Maria de Plateis e il maestoso prospetto della Chiesa del Gesù.

Il progetto nacque dalla lungimirante visione dell’avvocato Francesco Massara, consigliere provinciale, sostenuto dal presidente Evelino Marincola San Floro (1909-1910). L’idea era rivoluzionaria: abbattere l’antico palazzo Larussa – sede del Consolato di Grecia – per costruire un edificio moderno che ospitasse tutti gli uffici provinciali in un’unica, grandiosa sede.

Un Cantiere che Attraversò i Decenni

La realizzazione fu un’impresa titanica che attraversò diverse amministrazioni:

  • 1920-1923: Inizio lavori sotto Michele Tedeschi
  • 1923-1924: Prosecuzione con l’on. Edoardo Salerno
  • 1924-1925: Continuazione con Nicola Froggio
  • 1925-1927: Completamento sotto Antonio Le Pera, che diede l’impulso decisivo

L’architetto milanese Giuseppe Barbieri fu coadiuvato dall’ingegnere capo dell’Ufficio Tecnico provinciale Giuseppe Parise, mentre i lavori furono eseguiti dall’impresa di Davide Rossi, che – come scrisse il giornale dell’epoca “Giovine Calabria” – “ha portato in breve tempo la civiltà nelle costruzioni edilizie della nostra Catanzaro”.

 

Un’Architettura Rivoluzionaria

Innovazione Strutturale

Il palazzo rappresentò una rivoluzione tecnologica per Catanzaro: uno dei primi edifici in cemento armato della città, progettato secondo le più avanzate norme antisismiche dell’epoca. Con un prospetto largo 60 metri e una superficie totale di 1000 metri quadrati, l’edificio si sviluppa su tre livelli: piano terreno, piano nobile e secondo piano.

Il Liberty Calabrese

L’architetto Barbieri creò un linguaggio architettonico che fondeva la modernità liberty con riferimenti rinascimentali e barocchi, in omaggio alla tradizione nazionale. Il risultato è un eclettismo raffinato che caratterizza la facciata con:

  • Bugnati bocciardati e lisci che creano giochi di luce e ombra
  • Mascheroni decorativi che guardano la piazza con espressione solenne
  • Festoni fitomorfi che addolciscono la geometria dell’edificio
  • Possenti paraste che scandiscono verticalmente la composizione
  • Cornicioni aggettanti che sottolineano i diversi livelli
  • Ampie fasce marcapiano che unificano orizzontalmente il prospetto

Il Marmo Rosa di Tiriolo

Un dettaglio di straordinaria eleganza è la lunga fascia di marmo rosa di Tiriolo che corona l’edificio, come testimonia “Il Calabrese” del 1926: “vuole indicare la pregevolissima qualità che di questo marmo esiste in Calabria”. Un omaggio alla ricchezza geologica del territorio che trasforma un elemento costruttivo in dichiarazione di orgoglio locale.

 

L’Interno: Un Trionfo di Eleganza

Lo Scalone d’Onore

L’accesso principale avviene attraverso un sontuoso scalone in marmo a doppia rampa, ornato da una raffinata ringhiera in ferro battuto a giorno. I pianerottoli, ampi e luminosi, sono decorati con eleganti stucchi e delimitati da pilastri con vetrate che creano suggestivi giochi di luce.

La Sala del Consiglio: Un Capolavoro dell’Arte Decorativa

Il cuore dell’edificio era la Sala del Consiglio, un ambiente di circa 300 metri quadrati che rappresentava il non plus ultra dell’arte decorativa dell’epoca:

La Volta: Adornata con preziosissimi stucchi e bassorilievi di grande valore artistico, culminanti in un ricco velario di ferro battuto con vetri policromi.

Le Pareti: Rivestite in seta gialla con fiorami della stessa tinta su fondo più cupo, creavano un’atmosfera di raffinata eleganza.

L’Arte: La tribuna del pubblico era impreziosita da un dipinto di Andrea Cefaly raffigurante “Bruto che condanna i figli” (oggi conservato nella Presidenza del nuovo Palazzo della Provincia).

Gli Arredi: Gli stalli dei consiglieri in legno di mogano, progettati dall’ingegnere Enrico Premoli, si disponevano in forma ovoidale intorno al seggio presidenziale.

L’Illuminazione: Dieci superbi lampadari in ferro battuto illuminavano simmetricamente l’ambiente.

I Ritratti Reali: Due grandi ritratti del Re e della Regina (oggi al Museo Provinciale) completavano la decorazione ufficiale.

 

Un Modello che Fece Scuola

L’influenza del palazzo Barbieri sull’architettura catanzarese fu immediata e duratura. Il suo linguaggio stilistico ispirò altri edifici significativi:

  • Palazzo Pace in Piazza Le Pera
  • Il palazzotto di via Vercillo n°10, adiacente al liberty Palazzo Mauro

 

Il Passaggio di Testimone

Negli anni ’60, con la costruzione del nuovo “Palazzo di Vetro” progettato dall’architetto catanzarese Saul Greco, l’edificio di Barbieri fu acquisito dalla Prefettura, iniziando una nuova fase della sua storia istituzionale.

 

Un Patrimonio da Riscoprire

Oggi l’ex Palazzo dell’Amministrazione Provinciale rappresenta una testimonianza preziosa di come l’architettura possa trasformare una città. Barbieri non si limitò a progettare un edificio: creò un manifesto di modernità che elevò il prestigio urbanistico di Catanzaro, dimostrando che anche nel Sud si poteva costruire con eleganza, innovazione e orgoglio territoriale.

Questo palazzo racconta la storia di una Calabria che sapeva guardare lontano, che investiva nella bellezza pubblica, che credeva nel proprio futuro. Un esempio luminoso di come l’architettura di qualità possa diventare patrimonio collettivo e fonte di identità civica.

Passeggiando oggi davanti alla sua facciata in pietra artificiale, ammirando i suoi fregi e le sue balaustre, si respira ancora quell’atmosfera di fiducia nel progresso che animò i suoi promotori. Un edificio che continua a raccontare, dopo quasi un secolo, il sogno di una città che voleva essere moderna senza dimenticare le proprie radici.

Come arrivare

Newsletter